8 Dicembre 2024

La guerra scatenata da Vladimir Putin contro l’Ucraina ha fatto emergere un problema storico irrisolto, un problema gravissimo e dalle potenziali catastrofiche conseguenze.
La Russia, ex Unione Sovietica, ex Impero degli Zar, è un paese dalla enorme estensione territoriale, anche se con una bassa densità di popolazione, concentrata nel continente europeo e nei grandi centri urbani.
Un IMPERO tradizionalmente, povero, condizionato dal clima, freddo, e dalla natura del territorio.
Popolazioni un tempo dedite all’agricoltura, poi anche all’industria pesante, con tentativi di sviluppo sempre fallimentari verso il vertice della tecnologia, a partire dalla corsa allo spazio.
Ma la Russia, nonostante i suoi sforzi, conserva la sua fisionomia delle origini, governata sempre dallo ZAR di turno, che oggi, forse ancora per poco, si chiama Vladimir Putin.
E la scomparsa, forse, del nuovo leader del nazismo, non restituirà la Russia al mondo avanzato, ma la precipiterà ancora di più nei suoi abissi.

Le sorti della guerra in corso sono incerte, ma dall’esito comunque catastrofico: una PACE GIUSTA, come richiedono a gran voce i troppi imbecilli, semplicemente NON ESISTE, perché implicherebbe il ritiro delle truppe di occupazione russe dai territori ucraini occupati, e senza contropartita, almeno da parte ucraina.
Un tale ritiro significherebbe palesemente la SCONFITTA della Russia sul campo di battaglia, qualcosa che i russi, tutti, sono poco inclini a digerire.
L’alternativa è la sconfitta dell’Ucraina, con l’annessione alla Russia dei territori ucraini, partendo dal Donbass, ma solo come prima mossa, per poi estendere il controllo a tutto il territorio del paese.
Una alternativa che l’Europa e gli USA non possono tollerare, anche perché pone le basi per una futura espansione russa alle altre repubbliche della regione, minacciando quelle baltiche e la martoriata Polonia, colpevole di trovarsi sempre schiacciata tra colossi, come un vaso di coccio tra vasi di ferro.

Gli aiuti militari dell’Europa e degli USA all’Ucraina stanno dando frutti limitati; era facilmente prevedibile.
In una guerra raramente basta difendersi dall’aggressore: infatti, se si combatte sul tuo territorio, sei tu che subisci i danni, e ne fai le spese, mentre l’aggressore, a casa sua, dorme sonni tranquilli, spese e sacrifici umani a parte. Per piegare la Russia occorre colpirla al cuore nel suo medesimo territorio.
Solo se la Russia dovesse difendere se medesima potrebbe mollare la preda, spostando le sue risorse militari soprattutto a difesa del suo territorio.
Ma nessuno osa affrontare un tale salto di qualità, e più il tempo passa, più l’esigenza di saltare la barricata aumenta. Un più deciso intervento massiccio ed immediato, all’inizio del conflitto, lo avrebbe fermato sul nascere, senza scatenare una guerra nucleare. Col protrarsi del conflitto, invece, l’escalation diventa ineluttabile e superare la linea del confine nucleare può diventare uno sbocco non evitabile.

In ogni caso, comunque vada, resta il PROBLEMA RUSSO, quello di una grande nazione pericolosa per se medesima e per gli altri, che fa il paio con un’altra grande potenza asiatica, la Cina, il cui futuro forse è già scritto, e non è quello che si immagina Xi Jin Ping.
Ed il problema russo ha una sola soluzione, che gronda sangue; se non ora domani, ma è soltanto questione di tempo.
Povera umanità ….

Ing. Franco Puglia
28 gennaio 2023

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