19 Marzo 2024

MOBILITA’

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LA MOBILITA’ COME REQUISITO ESISTENZIALE

Da quando esiste la vita sul pianeta tutti gli esseri viventi hanno seguito un percorso di sviluppo FONDATO SULLA MOBILITA’ individuale e di gruppo, pur non rifiutando periodi di residenza stanziale, per alcuni, mentre per altri il nomadismo era prevalente.
Sto parlando di animali come di esseri umani. L’esigenza VITALE di spostarsi è determinata da ragioni diverse, ma tutte strettamente legate alla sopravvivenza, alla ricerca di cibo o di condizioni climatiche più favorevoli. Le migrazioni, grandi e piccole, di animali e di umani, sono STORIA, millenaria come attuale.
Per alcuni animali le migrazioni hanno una periodicità annuale (salmoni, ad esempio, ma anche molti animali africani). Il comportamento stanziale è in genere determinato da favorevoli condizioni ambientali (cibo e/o controllo del territorio) che suggeriscono di non spostarsi.

In campo umano la mobilità ha origini antichissime ed è stata solo in piccola misura limitata dai mezzi di trasporto rudimentali disponibili in quelle remote epoche: spesso solo le gambe, poi animali da soma, e barche su fiumi, laghi e mari.
Il limite allo sviluppo umano, civile ed economico, è sempre dipeso dall’efficienza dei mezzi di trasporto.
Il grande salto di qualità viene determinato dall’avvento della macchina a vapore, dei primi treni, che sostituiscono l’impiego massiccio dei cavalli.
La prima fase del “sogno americano” si realizza con la costruzione delle linee ferrate che attraversano il paese da est a ovest, alimentando la “conquista del West”. Ma anche in Europa le cose non erano diverse: sono le ferrovie, con le locomotive a vapore, cioè a CARBONE, che ci proiettano nella modernità, assieme alle nuove navi, che non debbono più affidarsi ai capricci delle vele al vento.
E subito dopo IL PETROLIO, ed i motori a scoppio, con le automobili, che accorciano le distanze e rendono il trasporto, soprattutto, CAPILLARE, non solo tra grandi città, ma tra villaggio e villaggio.
Non parlo poi degli aerei, sempre fondati sull’impiego di derivati del petrolio.

Non ho fatto cenno delle biciclette, che sono, si, un mezzo di trasporto, ma poco diverso dal muoversi a piedi, perché basate sulla fatica muscolare umana, adatte a brevi percorrenze e non al trasporto di carichi.
Strumenti da hobby, integratori dello spostamento a piedi.

Il trasporto su gomma ha assunto, col passare del tempo, caratteristiche pervasive, sia nel trasporto delle merci (camion) che delle persone (autobus ed automobili). E sono sorti gli inevitabili problemi (traffico, intasamenti, insufficienza delle strade, difficoltà di sosta, inquinamento da gas di scarico, ecc).
La sola risposta di TUTTE (o quasi) le amministrazioni pubbliche è stata restrittiva, immaginando di poter scoraggiare il traffico su gomma sino a poterlo sostituire con i mezzi di trasporto pubblico e nulla più.
Basta il breve excursus dello sviluppo della mobilità sopra delineato per capire come l’insieme dello sviluppo umano sino ai giorni nostri sia dipeso in maniera esponenziale dallo sviluppo dei mezzi di trasporto individuale permessi dall’impiego dei prodotti petroliferi.
Immaginare di cancellare tutto questo con un colpo di spugna è come immaginare di cancellare nello steso modo la stragrande maggioranza dell’umanità.
La lotta senza quartiere al petrolio e derivati, che è ormai secolare, si è convertita in una favola da Fratelli Grimm che ci proietta in un mondo immaginario dominato da macchine elettriche, come se fosse possibile produrre energia elettrica senza impiego di prodotti petroliferi e nella medesima quantità, dimenticando che serve sempre un filo, non una botte, per trasferirla da A a B.
Sono stati corrotti studiosi di ogni paese per cercare di giustificare questa strategia con la lotta ai cambiamenti climatici, che sarebbero indotti (ed è FALSO) dall’anidride carbonica prodotta dalla combustione dei fossili.

Invece di sviluppare una politica proattiva, orientata ad intercettare e filtrare accuratamente i prodotti di TUTTE le combustioni (anche quelle del legname), invece di riprogettare la viabilità stradale favorendo lo scorrimento degli automezzi, anche sgomberando le carreggiate dagli automezzi parcheggiati, da sistemare in una rete capillare di aree di sosta dedicata, invece di ripensare la logistica nel trasporto di persone e cose, in modo da limitare gli spostamenti per lavoro a quelli indispensabili, ci si è rifugiati in difese ideologiche fondate su astrazioni, ostinandosi a non voler vedere la realtà delle cose.

Svolta Europea ragiona in chiave di sviluppo della mobilità individuale, non per la sua repressione, perché il nostro concetto di HOMO, dopo il sapiens, è lo HOMO MOBILIS, non lo HOMO DIGITALIS, stanziale ed inchiodato ad una tastiera per esplorare un mondo filtrato e manipolato dai grandi poteri della rete.

Ing. Franco Puglia
3 febbraio 2023

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