27 Aprile 2024

Un articolo di Massimo Donizelli con una breve introduzione di Franco Puglia

Introduzione
La situazione del conflitto tra la Russia di Putin e l’Ucraina è in una situazione apparente di stallo, con qualche progresso dei russi nel Donbass ma anche segnali di sgretolamento del fronte interno e delle difese russe sul suo territorio, in particolare sul Mar Nero. Poca cosa, per ora, e non si vedono ancora segnali convincenti di una riscossa definitiva degli ucraini, anche a causa della persistente debolezza del governo americano e della pochezza europea, però …
Io ho immaginato che forse americani ed europei dovrebbero passare a strategie di attacco alla Russia molto meno plateali, per fiaccarne lo spirito e la volontà di continuare sul percorso intrapreso.
Vediamo cosa ci racconta Massimo Donizelli.

Negli ultimi mesi sono saltati in Russia decine di siti industriali strategici.
A partire dalle raffinerie di San Pietroburgo, alle industrie di ottiche di precisione nella periferia di Mosca. Le raffinerie sono un danno inestimabile in quanto vanno ad intaccare direttamente la fonte di reddito del Cremlino, e oltretutto in Russia c’è una assoluta scarsità di manovalanza per riparazioni e ricostruzioni.
I Russi hanno subito poi la distruzione di (credo) 3 Beriev A50 dal valore di 350 milioni di dollari ma soprattutto di un valore strategico incalcolabile, di cui due abbattuti con l’equipaggio (non facilmente sostituibile) e uno fatto esplodere a terra (rivendicazione resistenza Bielorussa).
Al Cremlino dicono che sono stati incidenti o auto abbattimenti (peggio mi sento), ufficialmente ne avrebbero 9 e dunque ora sono 6, ma secondo alcune fonti erano 5 ed ora ne avrebbero due per controllare un territorio vasto 9 fusi orari.
Sarebbero poi 11 le navi da guerra affondate o rese irreparabili dalla inesistente marina Ucraina.
Al di la dei costi vertiginosi di queste perdite, attualmente il Cremlino, con l’ultima perdita dell’incrociatore strategico Sergey Kotov, varato nel 2022 e considerato un gioiello tecnologico, perde l’ennesima nave per il controllo del Mar Nero a difesa delle navi lancia missili.
Non passano dall’informazione di massa decine di attacchi perpetrati ai danni dei russi da parte delle numerose milizie partigiane, antirusse, russe anti Putin, indipendentiste, e chi più ne ha più ne metta, distribuite sui confini e che agiscono sia come incursori che come assaltatori (Telegram ne è pieno).

Quindi si, il problema di Putin è, e sarà nel futuro, l’attentato, il blitz e la guerriglia.
La sua arma fino ad ora è stata la sostituzione etnica, ma sarà per lui impossibile fermare attacchi che nascono da un sentimento viscerale di appartenenza. La stessa Clinton tempo fa si chiedeva che senso avesse aprire un fronte ucraino quando sarebbe stato molto più proficuo alimentare la guerriglia e gli attentati. La politica ha tracciato le strategie dissanguanti dell’offensiva su tutto il fronte, i militari avrebbero probabilmente preferito creare linee difensive invalicabili e al limite concentrarsi solo sul fronte sud per tagliare il corridoio di Kerson. Quindi si, anche per me è come dici; c’è di buono (per chi non sta con Putin) che lo stanno facendo da mesi, e sembra che lo facciano anche molto bene.

Massimo Donizelli – 13 marzo 2024

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