19 Marzo 2024

CONTI PUBBLICI

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PARTIAMO DA ADESSO, CIOE’ DAL 2022, CON I NUMERI DELLO STATO
che sono la fotografia sintetica di come spendiamo i soldi pubblici e di come copriamo le spese con le entrate.

E’ sempre utile fare qualche riflessione sul bilancio dello Stato, per capire, o ricordare, DOVE finiscono i nostri soldi e da dove provengono, e per formulare alcune riflessioni.
La fonte dei dati è la Ragioneria Generale dello Stato, attraverso la APP “Bilancio aperto”, che tutti possono scaricare sul cellulare. Quello in immagine è il conto economico previsionale “assestato”, come si suole dire, cioè corretto con le entrate ed uscite reali.
1. La prima “sorpresa” è che le entrate 2022 sarebbero superiori alle uscite !!!
Ma analizzando con attenzione la realtà appare diversa.
2. Poco meno della metà delle entrate proviene dalle imposte sul reddito, da lavoro o da affari diversi e soltanto una piccola parte dai consumi (capitoli 03, 04, 05).
3. Le entrate extra tributarie rappresentano un modesto 8%, mentre più del 41% proviene da ….. PRESTITI … alias indebitamento.
Certo, quei 479 miliardi saranno serviti, o serviranno, anche a rimborsare titoli in scadenza, ma non tutti. Infatti, se guardiamo alle spese, la cifra dei rimborsi è pari a 269,4 miliardi, con una differenza di circa 210 miliardi di ulteriore indebitamento. Una bazzecola !!!
E ci sono altri 73 miliardi al capitolo di spesa 09. E l’indebitamento da PNRR sta li dentro, o è a parte? Non è difficile avere un conto economico in attivo se l’indebitamento viene considerato una entrata come tutte le altre. Contabilmente è lecito, ma sotto altri aspetti no. 4. Altra nota di rilievo sono le spese correnti, pari al 62% circa della spesa complessiva, di cui la metà va alle amministrazioni locali, i cosiddetti “trasferimenti”, a cui si aggiungono le risorse proprie delle amministrazioni, portando la spesa pubblica ad una cifra complessiva che eccede parecchio quella soltanto statale.
Le spese in conto capitale, cioè gli investimenti, sono risibili al confronto: poco più del 13%, mentre pesa per oltre il 24% il rimborso dei debiti.

Questi pochi numeri descrivono la fragilità finanziaria italiana, di oggi e di sempre, quindi anche di domani, immagino, chiunque governi. In queste cifre si nascondono enormi sprechi, ma ben mascherati, perché alcune spese sono, all’apparenza, incomprimibili.
Molto meno mascherati gli sprechi in altri capitoli di spesa, quelle voci generiche che si dovrebbero esplorare nel più minuto dettaglio per fare poi una VERA SPENDING REVIEW (capitoli 12 e 12, ad esempio, e 21, 22, 26).
Vale la pena di notare anche i capitoli di spesa 06 e 23, soldi che vanno alle imprese per quasi 40 miliardi, non noccioline, invece di alleggerire gli oneri fiscali sulle imprese per una cifra equivalente. E già, ma così le imprese sarebbero tutte alla pari, e dove vanno a finire i rapporti clientelari privilegiati per quelle che ingoiano quei 40 miliardi?

Adesso abbiamo un governo di destra: il conto economico preventivo del 2023 avrà modifiche sostanziali rispetto a questo del 2022? Io credo di no, sia perché non si può rovesciare la baracca dall’oggi al domani, sia perché il bilancio attuale tiene in equilibrio una ragnatela di interessi in tutta la pubblica amministrazione e fuori di essa, e nessun governo ha la forza reale per usare la scure su questa macchina mangia soldi, a meno di non essere un governo militare, perché servirebbero le armi spianate per convincere i funzionari ad obbedire. Sarà comunque interessante un confronto, che potrebbe riservare anche sorprese peggiorative.

Ing. Franco Puglia
18 dicembre 2022

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