20 Aprile 2024

Quando si avvicinano elezioni politiche si torna a parlare di tasse, alla solita maniera, vaneggiando sgravi fiscali, taglio del cuneo fiscale, nuova IRPERF, sgravi fiscali diversi ed innumerevoli BONUS, una giungla di provvedimenti per districarsi tra i quali serve il commercialista, uno buono, uno bene informato, meglio uno studio con diversi specialisti, perché la materia è sempre di più inestricabile.
Infatti, da noi, esiste la figura del “fiscalista”, uno specialista che ti aiuta ad eludere le tasse come meglio puoi, o ad evaderle, o ad approfittare delle regalie politicamente connotate per avere le quali occorre spesso districarsi tra moduli e regole.

Ed in campagna elettorale le promesse si sprecano, in stile Gava: una scarpa adesso e l’altra dopo che mi hai votato. Funziona, anche senza il gioco delle scarpe, perché se vuoi che io possa mantenere la mia promessa di un regalo destinato a te, mi devi dare il potere di mantenerla, mandandomi a governare.
Ed i pesciolini abboccano, ora di una specie ora dell’altra, e non c’è differenza tra destra e sinistra: Berlusconi docet.
Il sistema fa comodo a TUTTI i partiti, indistintamente, e le sue origini risalgono all’impero romano, dove era necessario dare panem et circenses al popolo, pur avendo un potere assoluto, ma mai abbastanza sicuro e stabile da non doversi accattivare la simpatia popolare.

Della sola vera ed unica riforma fiscale di stampo civile, europeo, capace di improntare il modello di sviluppo ed il futuro della nazione nessuno parla. Riassumo una proposta di stampo liberale in pochi punti:
1. Aliquota IRPEF unica, con detrazione fissa unica, che inglobi tutte le altre detrazioni, realizzando in questo modo una TOP TAX pari all’aliquota ed una progressività di carico fiscale in funzione del reddito, grazie alla detrazione fissa, che deve essere consistente.
2. Non cumulabilità dell’imposizione fiscale, cioè no a tasse sulle tasse, stabilendo un tetto al carico fiscale complessivo sostenuto da ogni cittadino, sia a mezzo di imposte dirette che indirette, pari all’aliquota IRPEF unica. Significa certezza del reddito netto da destinare ai consumi o al risparmio.
3. Defiscalizzazione del reddito d’impresa, tassando soltanto gli utili distribuiti a persone fisiche, non quelli che capitalizzano l’impresa.
Questo presuppone anche una trasparenza fiscale assoluta sui conti dell’azienda, per impedire facili elusioni fiscali, trasferendo reddito d’impresa a quello delle persone in maniera sotterranea.
3. Cancellazione di ogni e qualsiasi BONUS passato, presente e futuro, compresi gli incentivi alle aziende ed al mondo del lavoro.
Chi ha le risorse per restare sul mercato e guadagnare, ci resta, gli altri cambiano mestiere.
4. Graduale abolizione dei vari balzelli fiscali, come imposte di bollo, accise e cose simili. Oltretutto le entrate fiscali derivanti da queste imposte sono molto modeste. Chi non lo crede si legga il bilancio dello Stato.
5. Semplificazione radicale della dichiarazione dei redditi, grazie alla abolizione delle infinite prebende da detrazione.

Come sempre, si possono formulare obiezioni ad una tale drastica semplificazione fiscale. Si può dire, ad esempio, che le spese mediche dovrebbero restare detraibili dal reddito, e così anche altre spese. Si, qualcosa in tal senso si può e si deve fare, ma soltanto nei casi in cui la spesa sia a fronte della soddisfazione di un diritto inalienabile, come quello alle cure sanitarie, che viene in parte offerto dallo Stato, a valere sulle tasse, ma in parte no. Questi casi vanno affrontati in base al principio secondo il quale le tasse vanno applicate alla CAPACITA’ CONTRIBUTIVA di ciascuno, che coincide con quanto resta del reddito dopo aver fatto fronte a spese minime di sopravvivenza.
La detrazione fissa, oggi stimabile in almeno 1000 € ed oltre, dovrebbe coprire questo zoccolo reddituale di sopravvivenza, a cui aggiungere le altre, pochissime, spese detraibili dal reddito lordo.

Una tale politica fiscale certamente abbatte le entrate statali e degli enti pubblici, costringendo i medesimi ad una politica di riduzione della spesa, soprattutto di quella burocratica ed improduttiva, non di quella destinata ai servizi. Occorre però considerare che vengono a mancare anche tante spese, quelle degli infiniti bonus ed elargizioni varie a pioggia, destinate alle diverse lobbies politiche e sociali.
Fare pulizia, poi, stimola lo sviluppo, dopo una fase di rallentamento da shock, e ricostruisci margini PULITI di entrata fiscale per la pubblica amministrazione e per i servizi che deve offrire, quelli necessari, come difesa, giustizia, sicurezza, infrastrutture pubbliche, ecc.

Naturalmente nessuno proporrà mai una tale riforma, a meno che al potere non ci vada io, con l’autorevole sostegno di Gesù Cristo, che dovrebbe tornare sulla terra per cacciare a pedate, per la seconda volta, i mercanti dal tempio.
Perciò andremo avanti come al solito, con promesse mancate, bugie distribuite a pioggia, ed abbuffate dei soliti noti.

Ing. Franco Puglia
7 agosto 2022

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