LA QUESTIONE UCRAINA
Quando sentiamo parlare dell’Ucraina e del conflitto in corso, che rischia di sfociare in una invasione russa, sappiamo più o meno dove si trova questo paese, ma collocarlo sulla mappa aiuta a capire.
L’Ucraina fa parte di un immenso territorio in cui i confini tra i diversi stati sono più formali che sostanziali. Nella mappa vediamo la piccola Moldavia, incastrata tra Ucraina e Romania, e vediamo il percorso del fiume Don, che sfocia nel Mar Nero, unico possibile confine fisico tra entità nazionali diverse, ma che confine non è, con grandi città ucraine, a partire da Kiev, che si affacciano sul fiume.
Come si fa a separare tra loro popoli in parte diversi su un tale territorio? Non si può, e la Russia risolse il problema molto tempo fa, costruendo l’impero russo, di cui l’URSS fu la versione post zarista.
Col crollo dell’URSS questo impero si è frantumato, ma ha inglobato popoli diversi nelle medesime entità nazionali.
Ecco il Donbass, l’area ad est del Don, in direzione della russa Rostov. Russi ed ucraini, forse più russi, non più URSS, ma neppure Ucraina, nel loro sentire.
Una polveriera, non da adesso, che Putin pensa di far deflagrare, consapevole del fatto che l’Ucraina appartiene geograficamente alla Russia, non meno di altri staterelli confinanti, e che nessuno metterà gli scarponi militari in quei territori per impedire che la volontà di Putin sia fatta.
Certo, la Russia subirà sanzioni economiche pesanti, ma per quanto tempo? I russi sono abituati a fare la fame: gli occidentali molto meno, e quei territori sono CLIENTI, oltre che fornitori, a cui non si può rinunciare. E Putin lo sa… e gioca da par suo, alla russa, con quella freddezza che solo la vodka sa attenuare, con la determinazione che passa senza battere ciglio sulle vite umane.
Forse il conflitto aperto non scoppierà, forse, ma se accadesse, saremo alla Crimea 2.0, un dejà vu messo in atto con modalità analoghe.
Ing. Franco Puglia
19.2.2022