SE LA CO2 NON FOSSE UN GAS SERRA?
Io ho la CERTEZZA che la CO2 non abbia le caratteristiche chimiche e fisiche per comportarsi come un gas serra in atmosfera, determinando effetti climatici.
Una certa “scienza” sostiene una tesi diametralmente opposta, ed è riuscita a convincere l’ONU, prima di altri, stimolando la formazione di un’organizzazione che se ne occupa, IPCC (International Panel for Climate Change), che impiega personale scientifico ben pagato allo scopo, ed è quindi in ovvio conflitto di interessi.
La politica dei diversi stati del mondo, ma non tutti, ha seguito questa tesi, che offre una spiegazione ai cambiamenti climatici, da dare in pasto alle masse, e buona per stimolare dei cambiamenti strutturali nel sistema di gestione dell’energia, abbandonando le fonti fossili a favore delle cosiddette energie alternative rinnovabili.
In pochi anni la nuova prospettiva è diventata un business multimiliardario, in tutti i principali paesi del mondo, e sostiene con un martellamento mediatico la tesi dei cambiamenti climatici di origine antropica determinati dall’impiego di combustibili fossili.
Scopo di questa riflessione non è quello di confutare per l’ennesima volta le tesi dei cosiddetti climatologi, di IPCC, e di quanti, professori universitari e politici, traggono vantaggio cavalcando questo folle teorema (trovate tutto su questo sito web) , potendo scrivere articoli su riviste scientifiche, tenere conferenze e quant’altro (i professori, pagati anche per questo, e con contributi alla loro carriera), o raccogliendo voti nelle masse (i politici) grazie ad una bandierina da agitare, colorata di presunto progressismo.
Scopo di questa riflessione è provare ad immaginare cosa accadrebbe se, all’improvviso, esplodesse la bomba della consapevolezza, e diventasse virale, travolgendo le tesi ormai di stampo religioso di IPCC e consegnandole alla storia delle tante follie umane.
Se mai potesse accadere (cosa di cui ormai dubito, almeno nel breve periodo) si produrrebbe una gigantesca crisi sistemica, perché:
1. Crollerebbe l’embargo ideologico verso l’impiego dei combustibili fossili, e quindi l’interesse verso forme alternative di produzione di energie, se non quando dovessero offrire condizioni di sfruttamento competitivo rispetto ai combustibili fossili, in alcuni impieghi.
Con che conseguenze?
a) Crollerebbe il business dei pannelli solari, che richiedono un investimento non trascurabile in rapporto al risparmio nei consumi di altre fonti energetiche tradizionali, ed allo stesso modo quello delle pale eoliche. Non significa che scomparirebbero, perché in alcune situazioni possono invece offrire delle soluzioni vantaggiose, ma le prospettive di crescita di questo settore verrebbero drasticamente ridimensionate, portando forse al fallimento alcune imprese e facendo crollare l’export cinese del settore.
b) Il settore automotive verrebbe messo in grave crisi: questo ha puntato tutto il suo sviluppo sulla produzione di automezzi a trazione elettrica o almeno mista, ma accertare a livello globale che le emissioni di CO2 dei motori endotermici non solo non sono nocive per il clima ma sono anche uno stimolo alla vegetazione, anche urbana, farebbe crollare ogni interesse mediatico ed ideologico verso queste motorizzazioni. Certo, rimarrebbe il discorso dell’inquinamento dell’aria, attribuito agli scarichi degli automezzi, ma qui gli interventi sui motori, sui filtri allo scarico, ecc, hanno già drasticamente ridotto le poche emissioni nocive (CO ed NOx) e volendolo fare si possono ridurre ulteriormente.
Il tema dell’inquinamento, da solo, non è stato sufficiente a scatenare la rivoluzione green, mentre i cambiamenti climatici attribuiti alla CO2 hanno avuto un effetto dirompente.
Alcune case automobilistiche , come la Tesla di Elon Musk, potrebbero chiudere i battenti.
c) La produzione di batterie, per l’accumulo di elettricità prodotta con le fonti alternative e per l’impiego sugli automezzi, avrebbe un tracollo, un colpo al cuore all’economia cinese, che le produce, forse superiore a quello immobiliare.
d) Una quantità di docenti universitari che si sono prontamente allineati al trend GREEN cavalcando l’onda a fini di carriera, si ritroverebbero nudi, esposti al ridicolo, forse anche emarginati dai loro incarichi per perdita di ogni credibilità scientifica.
e) Una infinità di aziende che hanno cavalcato e stanno cavalcando alla grande la tigre GREEN nella loro pubblicità, dichiarandosi “carbon neutral”, con produzioni “sostenibili” ed altre fregnacce, verrebbero sommerse dal ridicolo, e subirebbero forse delle perdite, per qualche tempo, sino a che i consumatori ne conservano memoria.
f) Una miriade di attività industriali e commerciali sorte attorno a questo sviluppo, si vedrebbero, all’improvviso, mancare il terreno sotto i piedi, e fallirebbero all’istante, trascinando con se tutti i dipendenti.
g) I partiti politici che più convintamente hanno sostenuto la transizione ecologica verrebbero squalificati definitivamente, ed uscirebbero di scena.
Probabilmente ci sarebbero anche altre conseguenze che, al momento, non riesco ad immaginare.
Come si vede ci sono abbastanza ragioni per difendere questo teorema A TUTTI I COSTI, perché il suo smantellamento sarebbe un disastro di proporzioni enormi.
Tuttavia il non farlo sarà anche peggio, perché la RESA DEI CONTI sarà inevitabile, prima o poi, con un numero superiore di attori coinvolti, e danni globali ancor più gravi.
Ecco perché arrivare ad uno scontro frontale coraggioso diventa sempre più urgente, per fermare questo tsunami ideologico prima che produca danni irreparabili.
Ing. Franco Puglia
28 agosto 2023