19 Marzo 2024

Corsi e ricorsi della politica nazionale: si ritorna a parlare di riforme costituzionali e, in particolare, del PRESIDENZIALISMO, un percorso che era nel programma di Giorgia Meloni, ed anche di altri, quale che ne sia la forma.
Appunto, la FORMA. E la sostanza?
CHE COSA ci si propone di ottenere conferendo maggior potere ad una persona fisica, sia essa il Presidente della Repubblica oppure il Presidente del Consiglio dei Ministri?
La “governabilità”, suppongo, ed un governo di legislatura, senza mai elezioni anticipate.
Ma prima di immaginare una qualsiasi forma di governo alternativa al dettato costituzionale attuale bisognerebbe, forse, interrogarsi sulla natura del POTERE e sul bilanciamento dei POTERI se ne esiste più di uno.
E bisognerebbe chiedersi quali debbano essere i poteri in equilibrio tra loro e quali PREROGATIVE debbano avere.
E non basta: occorre anche chiedersi sin dove possa spingersi ciascun potere e su CHI debba avere giurisdizione, anche sul piano territoriale.
Parlando di presidenzialismo ci si interroga sui poteri dello Stato, ma prima di fare questo si dovrebbe passare dalla definizione del RUOLO DELLO STATO in rapporto al ruolo della pubblica amministrazione dei territori, partendo dal livello comunale, per poi risalire, con delega di poteri, a livelli territoriali più ampi, sino a quello statale, e persino europeo.
L’evoluzione democratica dell’Europa e dell’Italia dovrebbero muoversi in QUESTA direzione, non in quella opposta. E non è tecnicamente possibile determinare le prerogative dei ruoli apicali (lo Stato, il Presidente) senza aver PRIMA determinato le prerogative dei ruoli locali.
Quindi occupiamoci PRIMA delle autonomie amministrative locali, in modo SERIO, assegnando alle comunità locali piccole a piacere la RESPONSABILITA’ di gestire la propria libertà e le proprie risorse, anche fiscali, per le proprie necessità primarie, rivolgendosi ai livelli superiori soltanto per quanto attiene ad interessi comuni più ampi, da gestire, quindi, a livelli diversi, nell’interesse di tutti.

Fatta questa doverosa premessa, e supponendo di aver completato il percorso istituzionale DAL BASSO, eccoci allo Stato ed ai grandi poteri tradizionali: legislativo, esecutivo, giudiziario.
In una dittatura i tre poteri sarebbero concentrati nelle mani di un solo uomo, o donna, o di sesso incerto; ma in una democrazia il POTERE DI FORMULARE LE LEGGI, che regolano la vita di tutti noi, appartiene al popolo, almeno attraverso si suoi delegati nel Parlamento.
Questo potere non potrebbe, e NON DEVE, essere delegato ad altri.
Oggi non è propriamente così: chi legifera, di fatto, è il Governo, cioè l’Esecutivo, ed il Parlamento controlla, approva o disapprova.
Questa è una DISTORSIONE DEL RUOLO DEL PARLAMENTO.

Chi guarda al presidenzialismo immagina un Esecutivo simile a quello attuale ma con il Presidente dell’Esecutivo eletto direttamente dal popolo, un ruolo che potrebbe coincidere con quello di Presidente della Repubblica, alla francese, o all’americana. In un tale scenario, che i due ruoli (presidenza della repubblica e dell’esecutivo) coincidano o meno è poco rilevante: infatti viene conferito ad un solo essere umano il ruolo apicale di governo e di formulazione delle leggi, con un Parlamento che può fare da contrappeso, più o meno, per frenare, più che per stimolare, l’azione di governo, analogamente ai modelli francese ed americano.
La distinzione è tra Repubblica Presidenziale e Repubblica Parlamentare.
Una distinzione non da poco.
L’elezione diretta del presidente dell’esecutivo rende superflua e bizzarra la presenza di un presidente della Repubblica, il cui ruolo diventa evanescente, per non dire grottesco. Volete l’uomo solo al comando? Allora fatelo, se ne avete la possibilità, ma senza tanti minuetti.

Governabilità? Il POPOLO elegge il Presidente e lo stesso POPOLO elegge i membri del Parlamento. Espressione entrambi di una medesima visione politica?
L’esperienza altrui ci dice di no: a volte si, ma altre no, ed in questo caso che fine fa la governabilità? Come governa un Presidente con il Parlamento a maggioranza contraria?
E allora CUI PRODEST il presidenzialismo?
Se un governo costituito in base alle regole vigenti è espressione di una solida maggioranza politica parlamentare potrà governare senza troppi ostacoli, e quindi saranno assicurati gli obiettivi del presidenzialismo equivalente.
Se invece la maggioranza è risicata avrà delle difficoltà, né più né meno di quelle che avrebbe avuto nel caso del presidenzialismo.
Il solo modo di evitare queste circostanze si chiama DITTATURA:
eleggi un presidente, fai a meno del Parlamento (soldi risparmiati) e questo resta in carica 5 anni; poi si elegge un altro dittatore, sempre che il precedente consenta nuove elezioni … cosa poco probabile …

E mentre la politica ed i Media si trastullano con questo nuovo, e datato, giocattolo costituzionale, i problemi storici del Paese restano li, come sempre, in un deterioramento costante e progressivo che le parole non possono in alcun modo nascondere.
Chiacchiere vuote, da destra a sinistra, nello spreco costante del tempo e del denaro e delle vite di tutti noi.

Ing. Franco Puglia
10 maggio 2023

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error

Condividi i contenuti del sito? Diffondilo.