INTERCETTAZIONI TELEFONICHE E LIBERTA’
Un argomento su cui non è facile assumere una posizione netta. Le intercettazioni telefoniche sono uno STRUMENTO orientato a colpire in chiave difensiva chi commette o sta per commettere dei reati o dei crimini. Uno strumento che può anche ferire gravemente degli innocenti, come un’arma da fuoco, o da taglio. Ma resta uno strumento. Vogliamo abolire i coltelli, solo perché qualche fuori di testa li usa per ferire o uccidere un congiunto, tra le mura domestiche? No. L’uso improprio di una potenziale arma o di un’arma da difesa è responsabilità individuale di chi la usa, o è autorizzato ad usarla in maniera non impropria.
Ma qui è più complicato: infatti c’è in gioco anche la libertà individuale ed il diritto alla riservatezza.
La vita di una persona onesta può e DEVE essere trasparente? Si e no. Ci sono aspetti della vita di una persona che producono del male se resi pubblici, e non fanno danno se restano privati.
Immaginate uno strumento capace di leggere nel pensiero: ne consentireste la diffusione? Spero proprio di no. Ciò che penso DEVE restare confinato nel mio cervello, salvo MIA scelta di divulgarlo.
Una conversazione telefonica è assimilabile ad un pensiero condiviso tra due persone, ma solo tra loro.
Una confidenza ad una persona DEVE morire li, non essere divulgata. Se poi la persona è inaffidabile …
Qui si tratta di intercettazioni da parte di organi dello Stato, richieste dalle forze dell’ordine ed autorizzate dalla Magistratura. Quindi perché no? Ma il punto è: nei confronti di chi, e per quali motivi, la Magistratura può autorizzare una intercettazione, telefonica o ambientale? Ecco il NODO da sciogliere.
Il nodo sta nella DISCREZIONALITA’ del Magistrato e nella riservatezza delle informazioni raccolte, funzione anche di quanti ne vengono motivatamente a conoscenza.
Le posizioni della Destra e della Sinistra sul tema sono divergenti: più garantiste quelle della Destra, più giustizialiste quelle della Sinistra.
Ma dove e come si può stabilire il confine, il limite oltre il quale il Magistrato non può spingersi?
Non vedo come si possa fare. Il mio punto di vista è che si debba ricorrere, ancora una volta, al tema della responsabilità individuale del Magistrato, che quando sbaglia DEVE pagare, ma sul serio.
Significa che si potrebbe anche evitare di porre dei limiti alle intercettazioni ma, se viene indagato un cittadino innocente, e le informazioni riservate su di lui poi vengono divulgate, producendo un danno, il Magistrato DEVE pagare di tasca propria, in funzione del danno prodotto, con una sanzione economica importante e con eventuale rimozione permanente dal suo incarico.
Solo in tali condizioni la discrezionalità della Magistratura può essere illimitata: se ciascun Magistrato rischia sulla propria pelle. Diversamente non c’è altra scelta che delimitare il campo di intervento delle intercettazioni ai soli casi estremi, quelli di ragionevoli indizi di collusioni mafiose e criminali gravi, come suggerito dal ministro Nordio.
Questo riduce il campo di applicazione di questo strumento, e quindi anche i suoi effetti positivi, ma ne impedisce l’abuso.
Se invece venisse riformato l’istituto della Magistratura, come da anni si chiede da più parti, rimuovendo l’intangibilità del magistrato e ripristinando l’etica della responsabilità individuale, a prescindere dalla funzione pubblica svolta, allora potremmo superare tutte queste distinzioni, facendo un passo avanti verso lo Stato di Diritto.
Ing. Franco Puglia
19 gennaio2023