RIFORMARE RADICALMENTE LA SANITA’ PUBBLICA
La sanità pubblica appare sempre di più come un fantasma, è svuotata di fatto, ma non si dice, e la gente non sa più dove sbattere la testa.
Chi può, va nel privato, e gli altri ? Soccombono …
IL CROLLO DELLA SANITA’ PUBBLICA LOMBARDA
Bisogna arrendersi all’evidenza; qui non si tratta più di trovare il modo di accorciare i tempi d’attesa delle visite ed esami specialistici: semplicemente non ci sono più, sono scomparsi, salvo eccezioni, almeno a Milano.
Si sapeva già, ma in questi giorni la riprova, al di la di ogni ragionevole dubbio:
non si possono fare prenotazioni, adesso, neppure per la fine del 2024. Ma perché ?
1. Dicono che non ci sono abbastanza medici ed infermieri, ciò che può essere vero, e di questo ancora non è dato dubitare, ma serve una precisazione: non ci sono al servizio della Salute Pubblica, perché nel privato si trovano. Non sempre, non tutti: dipende dai singoli medici.
2. PER LEGGE non è più possibile prenotare presso le strutture convenzionate e lo si può fare soltanto attraverso il sito di Regione Lombardia, che offre una scelta limitatissima tra le diverse strutture disponibili sul territorio, e con i tempi d’attesa biblici.
3. Se invece ti rivolgi direttamente, anche on line, ad una istituzione sanitaria, sorvolando sul SSN,
ma chiedendo una visita o esame privato, non c’è problema: l’offerta, anche immediata, non manca.
Con costi variabili, anche esorbitanti.
Dopo essersi scornati per giorni con questa realtà, non resta che prenotare col privato, e in pochi giorni si fanno tutte le visite ed esami periodici che servono, MA A SPESE PROPRIE, e senza rimborsi di tasse, non potendosi avvalere del SSN che, si suppone, è spesato con i versamenti fiscali dei cittadini.
Tutto questo sottende una VERITA’ NON DETTA, e cioè che il Servizio Sanitario Nazionale, almeno in Lombardia, non copre più una infinità di prestazioni sanitarie, solo che non è dato di sapere QUALI copre e quali no. Pubblica Amministrazione ipocrita e bugiarda, abbi il coraggio di dire COSA sei in grado di fare e cosa NO. I cittadini sapranno come regolarsi, nel bene e nel male.
Il sistema è MALATO, da sempre, e lo sappiamo, ma adesso è in fase terminale.
Il sistema VA CHIUSO UNA VOLTA PER TUTTE, ma non per lasciare sul marciapiede milioni di Italiani: va trasformato in una ASSICURAZIONE MALATTIA PUBBLICA, analoga a quelle private ma con una copertura anche per i cittadini anziani e per quelli che costano, per patologie, più di un normale premio assicurativo. Ma i soldi non vanno dati alle singole strutture sanitarie, bensì direttamente ai cittadini utenti, come copertura delle spese sanitarie ovunque sostenute, presso qualsiasi struttura sanitaria di loro scelta, e tuttavia con dei limiti superiori di spesa per ogni tipo di prestazione sanitaria. Insomma, se vuoi il luminare della scienza o la struttura ospedaliera di lusso, integri la differenza.
Così non si può andare avanti: se il Governo Meloni non ce la fa ad occuparsi anche della Sanità pubblica, allora non gli serve un ministro competente: risparmi le spese del Ministero.
E la Sinistra tutta, invece di blaterare le stronzate di sempre, presenti progetti di riforma concreti, RADICALI, che aboliscano i carrozzoni pubblici e mettano le briglie alla sanità privata in chiave competitiva di rapporto qualità/ prezzo.
In linea teorica ci sono stati dei tentativi di fare qualcosa di NUOVO, ma sono stati velleitari e astratti, e poi la Regione, da sola, non può stravolgere interamente il SSN che è “nazionale”.
Le motivazioni di fondo ai cambiamenti indotti dalla Destra non sono peregrini: la Sanità pubblica COSTA TROPPO ! Ma perché ? Perché induce agli SPRECHI, agli eccessi nella prevenzione, in una condizione di assenza di controlli e di proliferazione burocratica. Se non si incide radicalmente sul modello di funzionamento non ci sono alternative: CHIUDI !
E tuttavia è impensabile abbandonare a se stessa la popolazione in totale assenza di un qualsiasi sistema di assistenza sanitaria funzionale ed economicamente sostenibile.
Occorre una riforma radicale, ma occorre anche partire a monte, saldamente ancorati ad alcuni principi.
- La qualità dei medici NON può essere identica ovunque; questo è IMPOSSIBILE, perché i medici sono UMANI, non robot programmati.
- La qualità ha costi differenziati: la prestazione di un neo specializzato non può valere quanto quella di un medico di fama con anni ed anni di esperienza.
- Medici e strutture ospedaliere DEVONO operare in regime di concorrenza: qualità e prezzo della prestazione, senza una coperta statale.
- Lo Stato NON deve garantire a tutti una assistenza sanitaria gratuita; chi ha redditi sufficienti deve pagare di tasca propria, o avvalersi di una assicurazione sanitaria privata. Non so quale debba essere la soglia di reddito, COMUNQUE INDIVIDUALE, MAI FAMILIARE, perché LA SALUTE E’ PERSONALE, non familiare. Per i redditi intermedi un contributo statale, a complemento della spesa personale. Per i redditi più bassi copertura interamente statale, ma sempre di stampo assicurativo, con accesso a QUALSIASI STRUTTURA ASSITENZIALE.
- Limite economico al contributo assicurativo statale per ogni tipo di prestazione medica, ospedaliera e non.
- Copertura assicurativa statale per i cittadini che non possono assicurarsi privatamente, per superamento dei limiti di età o per presenza di patologie croniche che implicano cure costose e non saltuarie. E’ importante comprendere che la base di cittadini-pazienti più numerosa è quella a reddito medio-basso, che costituisce un serbatoio di estremo interesse per la Sanità privata, irrinunciabile. Questo serbatoio, però, deve essere reso accessibile alle condizioni economiche imposte dallo Stato, perché sostenibili.
Significa costringere le strutture sanitarie ad adeguarsi ad un PREZZO DI MERCATO che poi opera anche da calmiere complessivo dei costi sanitari, stimolando la competitività sotto il profilo della qualità delle prestazioni e dei prezzi, perché lo Stato offre un pacchetto assistenziale, integrabile dal paziente, che ha facoltà di scelta su qualsiasi struttura assistenziale, senza limitazioni.
Oggi esiste una risibile offerta di servizi sanitari in regime di SSN, ed una ben più consistente offerta in regime privatistico. QUESTA DISTINZIONE VA CANCELLATA.
I servizi sanitari debbono essere offerti A TUTTI, al prezzo che la struttura propone e che IL MERCATO sostiene, INDIPENDENTEMENTE DALLA FONTE DEI SOLDI con i quali il paziente paga la prestazione, se soldi propri, soldi di una copertura assicurativa privata oppure pubblica.
Un capitolo a se stante è la questione delle strutture di PRONTO SOCCORSO e quella del MEDICO DI BASE.
a) Pronto soccorso: le strutture ospedaliere TUTTE debbono disporre di una struttura di pronto soccorso, ed il costo delle prestazioni DEVE essere a carico dello Stato, a condizione che la motivazione dell’accesso ad una tale struttura sia SERIA e non velleitaria, non rinviabile ad una visita medica differita, caso nel quale il paziente DEVE farsi carico dei costi di assistenza.
Ogni struttura deve stabilire una CONVENZIONE con lo stato per stabilire i costi di questo servizio, NON una tantum, ma in funzione del numero di accessi, con controllo pubblico sulla congruità dell’addebito in rapporto alla condizione del paziente.
b) Medico di base: il medico di base, INTERNISTA, DEVE tornare a fare il medico, svuotando la professione di contenuti burocratici, e deve essere spesato in compartecipazione tra Stato e paziente.
La quota assegnata dallo Stato per ogni paziente deve andare perduta se il paziente abbandona il medico. Il medico deve avere facoltà di chiedere al paziente una integrazione della quota statale in funzione del tipo e frequenza di accessi che il paziente richiede. Se vai dal medico di base ogni giorno forse ti serve un prete, non un medico, oppure uno psichiatra.
Il medico di base DEVE rendersi disponibile senza appuntamento per interventi di pronto soccorso non gravi, quelli che normalmente vengono definiti in codice verde, con facoltà di rinvio ad una struttura ospedaliera, previo contatto telefonico, se il medico non dispone delle qualità specialistiche, o strumentali, necessarie.
La sua funzione di FILTRO deve alleggerire il carico delle strutture di pronto soccorso.
La prescrizione dei farmaci, ove obbligatoria, deve essere prodotta dal medico di base, anche su richiesta del paziente, a valere sul contributo statale, senza limitazioni di sorta.
LA SPESA SANITARIA DELLE PERSONE
Portandosi verso una condizione di servizio sanitario di stampo privatistico, con assicurazione anche pubblica, la spesa sanitaria individuale delle persone fisiche DEVE ESSERE INTEGRALMENTE DEDUCIBILE FISCALMENTE dal reddito imponibile individuale, senza distinzioni tra farmaci essenziali e non.
La salute è un BENE PRIMARIO i cui costi NON possono essere fiscalmente imponibili, IVA compresa.
Per le fasce di reddito medio basse, e per i soggetti con patologie croniche, che assumono farmaci su base continuativa, la spesa farmaceutica DEVE essere compartecipata, Stato e paziente, come ora, potendo scaricare fiscalmente la quota di spesa personale. Inoltre la prescrizione di farmaci assunti su base continuativa per patologie croniche deve essere ripetibile, permanente, senza richiedere una prescrizione del medico di base volta per volta. Le esenzioni per i redditi più bassi vanno conservate.
Questa è solo un BOZZA con le linee guida di una riforma strutturale del sistema sanitario nazionale.
Essendo un proposta di riforma STRUTTURALE, in un paese così non verrà mai accolta …
Ing. Franco Puglia
Milano, 23 settembre 2023