REFERENDUM GIUGNO 2015: TANTE BUONE RAGIONI PER NON PARTECIPARE.

I referendum, indetti con decreti del Presidente della Repubblica 25 marzo 2025 (Gazzetta ufficiale, Serie Generale, n.75 del 31 marzo 2025), sono:
- «Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana».
- «Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione»
- «Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale»
- «Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi»
- «Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione»
I referendum sono ABROGATIVI, servono cioè a cancellare alcune leggi dello Stato, sono chiaramente connotati a sinistra e sono stati promossi dalla sinistra italiana.
Il modo più semplice per dire NO, cioè per non abrogare delle leggi che forse sono imperfette, ma vanno nella direzione giusta, è quello di disertare le urne, impedendo al referendum di superare il quorum minimo dei partecipanti.
Questa strategia presenta un rischio: se il quorum venisse superato è chiaro che vincerebbero i SI per l’abrogazione, perché i votanti sarebbero al 99% per il SI.
Partecipare, pur volendo votare NO, significa aumentare la probabilità di superamento del quorum, e quindi una vittoria referendaria del SI, anche se non al 99%, perché a sinistra ci sarà la maggiore partecipazione, per dire SI.
Ma veniamo ai contenuti dei singoli quesiti:
1. Di quali diritti NON godono i cittadini extracomunitari, ma anche comunitari, che NON abbiano la cittadinanza italiana? Solo e soltanto i DIRITTI POLITICI, cioè il diritto di voto, che non si vede perché debbano avere per il solo e semplice fatto di risiedere in Italia e di lavorare in Italia.
Essere CITTADINO ITALIANO, implica un’estrazione culturale di lunga data, in genere di origine genitoriale, una padronanza completa della lingua italiana parlata e scritta, una conoscenza della sua Storia ed una condivisione dei suoi valori di fondo. Ad esempio la cittadinanza italiana è, a mio avviso, incompatibile con la religione musulmana, perché i valori di questa non coincidono con quelli nazionali. La legge in vigore si dovrebbe non abrogare, sostituendola col nulla, ma modificare in senso più restrittivo, ciò che le sinistre, a caccia soltanto di elettori, non vogliono.
2. Cosa c’è di sbagliato ? Ha senso che i rapporti di lavoro non abbiano caratteristiche selvagge come negli USA,
e che quindi non si debba licenziare in tronco, senza giustificato motivo, chi lavora in un’azienda da molti anni, ma un’azienda NON può essere obbligata a tenere e pagare i dipendenti che non le servono, quali che siano i motivi.
Nessuna azienda rinuncia ad un dipendente UTILE all’azienda. Le leggi si possono migliorare, ma non è questo che chiedono i referendari: loro vogliono impedire i licenziamenti, quale che ne sia il motivo.
Poco importa chi dovrebbe pagare gli stipendi: certo non loro.
3. e 4. Vale il commento di cui al punto 2: c’è qualcosa che si può migliorare? Si discute di quello, non dei principi.
5. Questo punto è più delicato ma la legge afferma un principio SACRO: quello della responsabilità individuale, strettamente personale. Non da oggi, invece, si fanno risalire le responsabilità degli incidenti sul lavoro dai livelli più bassi sino ai massimi vertici aziendali, e si pretende di scaricare responsabilità anche dai livelli di sub appalto sino al committente principale, il quale non può assumersi delle responsabilità sul modus operandi di aziende appaltatrici esterne, perché per farlo dovrebbe scrivere un contratto fondato su una conoscenza dettagliata delle capacità operative, delle attrezzature e dei sistemi di sicurezza dei sub appaltatori, ad ogni livello.
Chi avanza queste pretese referendarie NON sa come funzioni il mondo del lavoro, perché ne sta fuori, o lavora in area protetta da una scrivania, e non sa che il rischio di incidente è INTRINSECO AL LAVORO MANUALE, e per quanto si possa cercare di circoscriverlo non lo si può cancellare.
Appaltare un lavoro ad una azienda esterna significa, per il committente, avere garanzie concrete sulla capacità del sub appaltatore di fornire la prestazione richiesta con la qualità attesa ed al prezzo più interessante rispetto ai concorrenti. Il committente non può entrare nel merito del COME il subappaltatore riesce a fornire le sue prestazioni, se paga adeguatamente i suoi dipendenti, se da loro una formazione congrua, se usa attrezzature idonee, e così via. Se dovesse controllare tutto questo, tanto varrebbe fare il lavoro in proprio, assumendo personale nella sua azienda, ma questo si può fare solo in un certo numero di situazioni e per alcuni lavori, perché un’azienda non può avere TUTTE LE COMPETENZE, e può averne bisogno anche in maniera saltuaria, e non continuativa. Il modo in cui sindacati e forze politiche di sinistra affrontano questo tema mostra tutta lo loro malafede e l’interesse di stampo populistico a guadagnare consensi a spese del sistema industriale, senza che questo cambi di una virgola il rischio reale a cui è sottoposto chi lavora.
Ing. Franco Puglia
15 maggio 2025