IL PROGRAMMA POLITICO DI DONALD TRUMP

Immigrazione e confini
1. Il più grande programma di deportazione della storia americana. Tom Homan, nuovo “zar delle frontiere” di Trump, ha proposto una linea telefonica diretta per gli americani per denunciare gli immigrati privi di documenti che ritengono abbiano commesso reati. Facile a dirsi, negli slogan, molto meno a farsi, anche perché può significare la creazione di un improvviso BUCO nella disponibilità di mano d’opera non immediatamente rimpiazzabile, e certo non da parte di cittadini americani di vecchia data.
2. Fine della politica che impedisce alle autorità federali per l’immigrazione di condurre incursioni nelle chiese e nelle scuole. Una chiara indicazione verso la cancellazione di “rifugi sicuri” per i clandestini, orientata a rovesciare l’orientamento protettivo dei democratici nei confronti degli immigrati irregolari.
3. Ripresa della sua politica del “Restate in Messico”, che ha riportato in patria in passato circa 70.000 richiedenti asilo in attesa di udienza. In linea con la messa in campo di deterrenti all’ingresso di immigrati dal confine messicano, che però è lungo migliaia di km … Come lo proteggi? Con quali deterrenti? Libertà di sparare a vista?
4. Abolizione “immediata” Dello “ius soli”, un diritto costituzionale, vecchio di 150 anni, secondo cui chiunque nasca sul suolo statunitense è cittadino americano.
Ma farlo è molto difficile, poiché la cittadinanza di nascita è esplicitamente garantita dalla Costituzione degli Stati Uniti ed eliminarla richiede una modifica legislativamente complessa del documento fondamentale americano.
5. Limitazione all’ingresso negli USA per motivi sanitari; un provvedimento del 1944 consente al governo degli Stati Uniti di limitare l’immigrazione per proteggere la salute pubblica. E’ stato utilizzato durante la pandemia; i media statunitensi riportano Trump sarebbe alla ricerca di una malattia che possa giustificare i suoi piani di chiusura del confine meridionale. Una strategia poco credibile, in termini pratici.
Clima ed energia
Biden considera la serie di direttive, leggi e programmi di finanziamento promossi per incrementare i posti di lavoro verdi, regolamentare l’inquinamento e finanziare le infrastrutture come uno dei suoi maggiori successi. Trump spera di annullare gran parte di queste norme. Si prevede che utilizzerà ordini esecutivi per rimuovere le restrizioni alle trivellazioni sui terreni federali, aumentando la produzione e l’indipendenza energetica degli Stati Uniti. Divieto di nuovi progetti eolici e cancellazione di obblighi circa i veicoli elettrici.
Dopo il suo insediamento nel 2017 Trump si era ritirato dall’Accordo di Parigi sul clima. Una politica volta a rovesciare la narrazione climatica mirata all’abbandono delle fonti energetiche tradizionali è certamente la benvenuta, almeno dal punto di vista di tanti, anche in Europa. Questa può essere facile da adottare (basta abolire alcune norme e finanziamenti federali) ed avrà sperabilmente ricadute fondamentali anche in Europa.
Rivolta in Campidoglio
Centinaia di persone condannate dopo le rivolte del Campidoglio del 2021 sono in attesa di una potenziale grazia con Trump. “Sono propenso a graziare molti di loro“, ha dichiarato alla CNN. “Non posso dire per tutti, perché un paio di loro, probabilmente, sono andati fuori controllo”.
All’inizio del mese, nel quarto anniversario di quella rivolta, il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato di aver arrestato 1.583 persone. Più di 600 sono accusate di aver aggredito o ostacolato i funzionari federali.
Certamente la concessione della grazia verrà messa in atto: Trump ha comunque intenzione di entrare in conflitto col sistema istituzionale americano ed il perdono presidenziale ai suoi sostenitori più violenti per lui è una inezia.
Politica estera
Guerra in Ucraina: durante la campagna elettorale, il presidente eletto ha affermato che porrà presto fine al conflitto il primo giorno della sua presidenza. Poi ha affermato che potrebbero essere necessari sei mesi. Cosa farà davvero è tutto da vedere.
Gaza e Israele: Trump si è già preso il merito del cessate il fuoco appena entrato in vigore. Biden ha definito l’affermazione “uno scherzo”, ma parrebbe che Trump e le tattiche del suo negoziatore abbiano contribuito al buon fine dell’accordo.
Ma cos’altro può fare? Stringere i cordoni della borsa per gli aiuti militari allo stato ebraico, ma questo non basta a fermare un paese che lotta da sempre per la sua stessa esistenza.
Cuba e Venezuela
Annullamentodella recente decisione di Biden di rimuovere Cuba dalla lista degli Stati sponsor del terrorismo. Possibile ripristino di sanzioni contro il Venezuela.
Entrambi i Paesi sono stati nel mirino di Trump durante la sua prima amministrazione.
Questo è abbastanza facile, perché non richiede un dispiegamento di mezzi.
Groenlandia e Canada
Ipotesi di annessione della Groenlandia, un territorio autonomo della Danimarca dove gli Stati Uniti hanno già una base militare e molte truppe. Il Canada sarà il 51esimo Stato, come ha più volte detto? Piani non realistici ma anche solo parlarne ha fatto sollevare più di un sopracciglio nelle cancellerie, alleate e non. Una sparata da paranoico qual’è. E se la Danimarca non è d’accordo? Dichiari guerra ad un paese della Nato? Il Canada poi ….
Diversità di genere e aborto
Negli ultimi anni, scuole e aziende in tutti gli Stati Uniti hanno adottato politiche volte a sostenere le donne e le minoranze razziali. Queste pratiche, spesso classificate come “diversità, equità e inclusione” (DEI), hanno fatto arrabbiare molti conservatori.
Trump ha promesso di liberarsene e le principali aziende, tra cui Meta, Walmart e Amazon, hanno già iniziato a ritirare le relative iniziative dopo la sua elezione.
Trump potrebbe usare un ordine esecutivo per vietare i finanziamenti federali alle scuole o ad altre istituzioni che hanno programmi DEI. Potrebbe anche vietare i finanziamenti alle scuole che insegnano la “teoria critica della razza” (CRT). Come la maggior parte dei presidenti repubblicani prima di lui, Trump potrebbe ripristinare la “politica di Città del Messico”, che vieta gli aiuti federali ai gruppi internazionali che forniscono consulenza sull’aborto. Si prevede anche il ripristino di una norma sull’aborto che vieta agli operatori sanitari federali del Titolo X, un programma di pianificazione per le famiglie a basso reddito, di parlare di aborto ai pazienti, anche se questi lo chiedono. Critico verso la “follia transgender” nelle scuole e nell’assistenza sanitaria, Trump ha giurato di voler impedire alle donne transgender di competere negli sport femminili. Queste iniziative a carattere strettamente ideologico potranno essere messe in atto, determinando tuttavia rivolte di piazza di una parte non trascurabile dell’elettorato americano che si riconosce nel partito Democratico.
L’Agenda 47, programma politico ufficiale presentato dal candidato Donald Trump, rappresenta uno dei più significativi tentativi di espandere i poteri dell’esecutivo nella storia politica statunitense. Qui le cose saranno più difficili e gli scateneranno contro l’intero elettorato democratico e forse anche una parte di quello repubblicano.
Gli USA hanno una tradizione democratica ormai radicata, ed una svolta autoritaria come quella che immagina Trump non credo sia nelle loro corde.
Una Presidenza “Imperiale”
A partire dal 2022 il sito web della campagna elettorale di Donald Trump si è popolato di una serie di proposte politiche costituenti l’effettivo programma elettorale del candidato repubblicano. Tale insieme di proposte denominato Agenda 47 si è contraddistinto sin da subito per lo stile fortemente personale tipico di Trump, che ha rilasciato una serie di video nei quali ha spiegato le proprie politiche. Un’ulteriore caratteristica distintiva del programma elettorale è la possibilità di applicare numerosi provvedimenti mediante ordine esecutivo, senza quindi necessità di approvazione da parte del Congresso.
Essere indipendenti dal congresso per scelte di politica economica o di politica estera (ma quali? Con che limitazioni?) è una cosa molto seria, ed equivale a chiedere al pollo se vuole finire arrosto. Per farlo lo devi catturare e devi tirargli il collo ! Significa colpo di stato con l’appoggio dei militari.
Gli USA sono già arrivati a questo?
Espansione dei poteri della Presidenza. Il programma mira al ripristino dell’Ordine Esecutivo 13957 relativo allo spostamento di numerose posizioni della pubblica amministrazione nella Schedule F, una nuova categoria di dipendenti federali di nomina politica e quindi soggetti a possibile licenziamento da parte del Presidente.
Al contempo, l’Agenda 47 mira a riformare profondamente la United States Foreign Intelligence Surveillance Court (FISA) volta a supervisionare le richieste per investigazioni relative a questioni di intelligence estera.
Alcune di queste estensioni del potere presidenziale potrebbero essere possibili, ma la quota di democratici al Congresso farà l’impossibile per impedire che accada.
Riorganizzazione massiccia dei Dipartimenti e delle Agenzie Federali adottando numerosi licenziamenti e istituendo contestualmente una “Commissione per la verità e la riconciliazione” mirata a declassificare tutti i documenti relativi allo spionaggio, le censure e gli abusi di potere del deep state. L’agenda 47 include altresì l’istituzione di un meccanismo di controllo indipendente per monitorare l’operato delle agenzie di intelligence e un massiccio decentramento delle posizioni federali, ponendole in capo i singoli Stati.
Ripristino dell’Ordine Esecutivo 13771, che prevede l’eliminazione di due regolamenti per ogni nuovo regolamento approvato. Una parte fondamentale del programma consiste nel porre agenzie di regolamentazione come la Federal Communications Commissions (FCC) e Federal Trade Commission (FTC) sotto l’autorità presidenziale. In ultima analisi, l’Agenda 47 prevede un incremento dell’impiego dell’impoundment power volto a consentire alla Presidenza di tagliare fondi allocati dal Congresso mediante l’invio di una richiesta al Congresso al fine di abrogare l’Impoundment Control Act del 1974.
Tutte queste sono operazioni a carattere strettamente “politico”, cioè DI POTERE del Presidente ma anche di orientamento politico della maggioranza che lo ha eletto, e che esprime il potere del Congresso. Non è scontato che la visione delle cose di Trump sia gradita anche a TUTTI i deputati e senatori repubblicani al Congresso, e certamente non lo sarà per tutti gli altri. Quindi un cammino in salita. Qui non entriamo nel merito di queste iniziative, cosa che implicherebbe una conoscenza molto approfondita dei meccanismi interni dell’amministrazione americana.
Save America!
Sotto il profilo economico, il programma di Donald Trump prevede tariffe universali di base per la maggior parte dei prodotti stranieri. In particolare mira ad approvare un dispositivo di legge noto come “Trump Reciprocal Trade Act”, il quale prevede, in caso di imposizione da parte di una nazione straniera di una tariffa su un bene americano, l’imposizione di una tariffa di identico ammontare da parte degli Stati Uniti. Questo ultimo punto mi pare il minimo sindacale: se ostacoli la vendita nel tuo paese di un mio prodotto, io ostacolo, legittimamente, la vendita di un TUO prodotto nel MIO paese, con un peso analogo.
I dazi sono un modo tradizionale, e molto semplice, per penalizzare l’ingresso in un paese di merci prodotte altrove a basso costo, che possano mettere in difficoltà la mia identica produzione nazionale, portando ad un trasferimento netto di ricchezza tra il mio ed il tuo paese. Quello che è più che discutibile è l’universalità di tali imposte, perché andrebbero invece calibrate paese per paese, prodotto per prodotto. Ci sono merci che gli USA hanno abbandonato come produzione, per diversi motivi: che senso ha tassarle, aggravando il costo dei consumi da parte degli americani?
Secondo pilastro delle proposte economiche relative all’Agenda 47 consiste nel rilancio del settore energetico statunitense mediante la rimozione delle normative sulle emissioni nel settore automobilistico adottate dal Presidente Joe Biden e un aumento delle trivellazioni per incrementare la produzione di energia da fonti fossili.
E qui APPLAUSI ! La truffa internazionale sul clima e la guerra oltre ogni limite all’impiego di combustibili fossili nel settore auto DEVE FINIRE, e non solo negli USA.
La scelta sul tipo di automezzo e di motorizzazione deve restare al cliente finale, non può e non deve essere una imposizione governativa, perché uso dei combustibili fossili e clima sono due cose completamente indipendenti, mentre se parliamo di inquinamento, allora si, si possono promuovere tecnologie volte a ridurlo nei limiti consentiti dalla Fisica e dalla Chimica, ma senza impedirne l’impiego, vista l’assenza di VERE alternative.
Infine Donald Trump mira a restringere la possibilità per la Repubblica Popolare Cinese di investire nelle infrastrutture americane, revocando contestualmente a Pechino lo status di “Nazione più favorita”. Come non essere d’accordo: l’invasività economica della Cina va ridimensionata e non vanno affidati alla Cina lavori a carattere strategico, che producano una perdita della capacità realizzativa locale.
Sul fronte dell’istruzione l’Agenda 47 mira a garantire ai genitori di conoscere il materiale scolastico offerto ai loro figli e partecipare all’elezione dei dirigenti scolastici e tagliare i fondi alle scuole che insegnano la Critical Race Theory. Il programma prevede altresì il ripristino della Commissione 1776 per migliorare lo studio della storia americana e la fornitura di trattamenti preferenziali per le scuole che forniscono stage agli studenti.
In ultima analisi, la proposta politica di Trump vuole garantire la libertà di preghiera nelle strutture scolastiche e garantire la libertà di scelta delle modalità di istruzione consentendo alle famiglie home schooling di usare conti di tipo 529 per il K-12. La proposta di certo maggiormente controversa sul settore dell’istruzione consiste nella formazione dell’American Academy, un ateneo digitale che rilasci titoli gratuiti e riconosca i crediti di coloro i quali hanno frequentato il college senza conseguire la laurea. Tale istituzione verrebbe finanziata mediante imponenti tassazioni sugli atenei di eccellenza americani.
La cultura, la formazione, la scuola, sono un terreno delicato che giustamente NON DEVE diventare monopolio di un orientamento politico o di un altro. Evidentemente anche negli USA come in Italia ed in Europa ci si è accorti di come la formazione possa determinare futuri orientamenti politici e situazioni di potere.
In relazione agli affari esteri, Trump mira in primo luogo a rivedere profondamente la struttura degli apparati della difesa e dei servizi segreti mediante il licenziamento dell’establishment neo-globalista al fine di prevenire la “Terza Guerra Mondiale”. L’Agenda 47 prevede altresì una revisione del ruolo della NATO e la ricostruzione delle forze armate americane. Particolarmente controverso risulta il punto relativo alla negoziazione per la fine della guerra in Ucraina entro 24 ore, per il quale non risulta tuttavia indicata alcuna modalità di realizzazione.
Questo è un tema MOLTO delicato, perché la struttura difensiva, ed offensiva, americana è stata per decenni l’ombrello protettivo dell’Europa, grazie al ruolo di “poliziotti del mondo” che gli americani si sono auto assegnati. Trump parrebbe voler mettere fine a tutto questo, abbandonando il mondo ai suoi problemi, mirando a salvaguardare soltanto gli interessi geopolitici più immediati degli USA, tra cui potrebbe non rientrare più l’Europa. Porre fine alla guerra in Ucraina può essere facile, tagliando i fondi che Biden ha continuato ad erogare per sostenerla. Significa LA RESA dell’Ucraina a Mosca, alle condizioni imposte da Putin. Detto, fatto. Ma se non si vuole questo, allora, non si vede come Trump possa fare qualcosa di di verso da Biden, a meno di una per ora non prevedibile esposizione muscolare americana verso i russi.
Il fronte dell’informazione risulta uno dei più importanti all’interno dell’agenda Trump.
In primo luogo, prevede l’emanazione di un ordine esecutivo volto a proibire la collusione di un Dipartimento, o di un’Agenzia Federale con la censura dell’informazione, nonché il licenziamento di ogni burocrate federale che sia considerato colpevole di censura.
In secondo luogo Trump mira ad ottenere dal Congresso una revisione della Sezione 230 del Telecommunication Act del 1996 e l’imposizione di un periodo di cooling off pari a sette anni prima che qualsiasi dipendente di FBI, CIA, NSA, DNI, DHS e DOD possa essere assunto in una big tech. Mi pare una cosa di grande buon senso e sorprende che debba essere Trump a proporre qualcosa che per i democratici avrebbe dovuto essere di default.
Il settore del law enforcement ha rappresentato negli ultimi anni uno dei principali argomenti della propaganda repubblicana. In tal senso, l’Agenda 47 mira ad incrementare gli investimenti per l’assunzione, il mantenimento e la formazione degli ufficiali di polizia, nonché a nominare100 procuratori distrettuali che non adottino le politiche dei cosiddetti “procuratori di Soros”, in riferimento ad una teoria complottista avente al centro il miliardario di origini ungheresi. Trump introduce la possibilità di impiegare risorse federali quali la Guardia Nazionale nelle città dove si è ravvisato un completo crollo del law and order. In ultima analisi, mira ad imporre un embargo navale completo sui cartelli della droga e la designazione di queste ultime come organizzazioni terroristiche. Questa è una tipica politica “di destra” che l’amministrazione Biden non avrà certamente perseguito, perché non è nelle corde della sinistra politica, non solo negli USA. Soldi permettendo, penso che questi provvedimenti verranno attuati.
Per il settore dell’immigrazione l’Agenda 47 prevede la firma di un ordine esecutivo volto porre fine al turismo delle nascite mediante un Ordine Esecutivo volto a chiarire alle agenzie federali che il significato del XIV Emendamento della Costituzione Americana estenda la cittadinanza solo a coloro i quali sono effettivamente soggetti alla giurisdizione statunitense. In secondo luogo, mira a privare gli immigrati clandestini dei benefici dell’edilizia popolare e il divieto di distribuzione a questi ultimi di sussidi sociali. Anche queste sono scelte “politiche”, che potrà mettere in atto, salvo scatenare un pandemonio democratico al Congresso, ma rispetto alla deportazione in Messico questo è niente.
In relazione alla sanità e alla sicurezza sociale, il programma politico di Trump vuole tagliare i programmi di gender care per i militari, nonché i fondi per il cambiamento climatico, al fine di evitare possibili tagli alla previdenza sociale. In secondo luogo, prevede il ripristino del divieto per i datori di lavoro di investire fondi 401K negli investimenti ESG. In ultima analisi, l’istituzione di una commissione indipendente volta ad indagare le cause della crescita di malattie croniche. Sono cose che può fare.
I settori delle infrastrutture e della sicurezza nazionale contengono due delle proposte maggiormente controverse dell’Agenda 47. Sotto il primo aspetto, Trump mira a bandire un concorso per costruire 10 “Freedom Cities” volte a creare numerosi posti di lavoro e a favorire l’innovazione. In particolare, queste ultime dovrebbero garantire uno sviluppo del settore dei trasporti mediante lo sviluppo di veicoli a decollo e atterraggio verticale. Questo è un progetto velleitario, forse stimolato da Elon Musk, l’altro paranoico del nuovo corso.
Mira, inoltre, a chiedere sussidi alle nascite per incoraggiare un nuovo baby boom.
In relazione al secondo aspetto, l’Agenda 47 prevede la formazione di un Iron Dome americano che funga da scudo per il territorio nazionale.
Tra il dire ed il fare c’è di mezzo l’America
Le proposte costituenti l’Agenda 47 hanno suscitato forti critiche da parte di numerosi esperti e siti di informazione, alcuni dei quali hanno fatto notare l’elevato grado di simmetria tra le proposte contenute al suo interno e il Project 2025, l’iniziativa politica portata avanti da diversi think tank statunitensi, in particolare dalla Heritage Foundation, volta a riformare profondamente il governo federale.
Numerosi esperti che hanno contribuito alla stesura del Project 2025 hanno infatti lavorato all’interno dell’Amministrazione Trump, e le due realtà intrattengono profondi contatti.
A partire dalla fine del 2023 l’accostamento tra l’Agenda 47 ed il Project 2025 ha provocato una profonda insofferenza nella campagna elettorale di Trump, culminato poi in un vero e proprio attacco sferrato da Donald Trump all’iniziativa portata avanti dalla Heritage, nel quale ha definito diverse proposte facenti parte del Project 2025 come “ridicole”.
In generale, gli aspetti maggiormente criticati dell’Agenda 47 sono risultati essere la forte espansione dei poteri dell’esecutivo, le conseguenze economiche derivanti dall’implementazione di alcune proposte, nonché la loro fattibilità. In relazione al primo aspetto, un forte aumento dei poteri presidenziali avrebbe come effetto il progressivo venir meno del meccanismo di pesi e contrappesi che ha storicamente caratterizzato il sistema istituzionale statunitense. Questo è un punto critico, e d’altra parte la visione di cambiamento di Donald Trump è praticabile soltanto disponendo di immensi poteri, praticamente quelli di una dittatura. Qui la reazione popolare e congressuale potrebbe diventare insostenibile per il nostro “superuomo” , immaginando che anche tra le fila repubblicane siano pochi quelli disposti a rinunciare ad un sistema democratico negli USA, sebbene questo processo regressivo abbia visto coinvolte negli ultimi anni diverse nazioni in tutto il mondo. Una tale svolta determinerebbe anche maggiori difficoltà nel perseguire comportamenti scorretti operati dalla Presidenza.
Non sorprende infatti come Donald Trump risulti intenzionato a riformare profondamente la corte FISA, la quale durante il suo mandato ha svolto un ruolo chiave nelle indagini relative al Russiagate, rilasciando mandati di sorveglianza a danno di personalità a lui vicine.
L’agenda di Trump appare costellata da numerose proposte di difficile realizzazione.
L’idea di costruire 10 Freedom Cities dove gli abitanti potranno spostarsi mediante automobili volanti pare, infatti, piuttosto costosa e difficilmente implementabile, al pari della costruzione di un Iron Dome americano, i cui enormi costi risulterebbero pari alla sua dubbia utilità. Al contempo, la proposta di istituire tariffe di base universali sui beni importati determinerebbe quasi sicuramente un aumento dei prezzi dei beni negli Stati Uniti, con conseguente incremento dell’inflazione, possibilità già paventata da diversi economisti.
Le elezioni del 2024 hanno rappresentato la naturale conseguenza di un processo di polarizzazione in corso dai primi anni Duemila, uno scontro tra due differenti concezioni politiche degli Stati Uniti, ma anche tra due differenti concezioni del sistema istituzionale americano. Questo scontro non è in atto soltanto negli USA ma anche in Italia, in Europa ed altrove nel mondo. Esprime il frutto velenoso di un’evoluzione mondiale che è prima di tutto demografica, con una popolazione di oltre 8 miliardi di anime, e poi economica e culturale, con la globalizzazione degli spostamenti individuali e dei commerci che ha esasperato tutti i possibili conflitti, sia di ordine etnico e culturale, divaricando i costi di produzione tra paesi ricchi e poveri, ma con una distribuzione su scala mondiale, che sconquassa alcune economie, o alcuni settori produttivi, in precedenza tutelati da politiche protezionistiche. Trump vuole deportare gli immigrati irregolari verso i luoghi di provenienza, come timidamente tentano di fare alcuni paesi europei come l’Italia, ma la pressione migratoria è il prodotto del divario di ricchezza dei paesi del mondo coniugato con la crescita demografica locale e con l’incapacità di quelle popolazioni di gestirla con le risorse a disposizione, per cui resta solo la fuga, anche a rischio della vita.
Anche la politica interna di lotta al traffico di stupefacenti ed alla criminalità è uno dei frutti di questa commistione incontrollata di popolazioni e culture, incapaci, alcune, di esprimere in un diverso paese quello che non erano in grado di esprimere nel loro.
La politica energetica e climatica, invece, esprime l’altra faccia della medaglia, quella di un mondo produttivo che non riesce più a cavalcare il modello di sviluppo in costante crescita, e deve quindi inventarsi nuovi consumi, rottamando quelli precedenti, anche a costo di manipolare l’opinione pubblica, con l’appoggio di una parte politica orfana di ideologie storicamente desuete e pronta ad impadronirsi dei nuovi disagi, delle nuove paure climatiche, trasformandole in opportunità d’affari per alcuni, per molti. Un sogno con le basi d’argilla, però, e Trump non ci ha mai creduto, anche se Musk ci ha fatto dei bei soldi con Tesla. Ora, però, con l’inceppamento della macchina energetica-climatica sempre più evidente, Trump vuole voltare pagina, buttando il nuovo a rottame, e su questo quelli come me non possono che essere d’accordo.
Conclusioni
Il 2025 sarà un anno difficile, non meno di quelli a venire, perché le rivoluzioni, riuscite o fallite che siano, lasciano morti e feriti sul loro cammino, e non solo sul territorio americano, perché se una mosca ronza a New York, il ronzio si percepisce distintamente anche a Pechino, e qui non si tratta di mosche, ma di mandrie di bufali al galoppo. Seguiremo gli sviluppi passo passo, uno dopo l’altro, ed è il caso di dire: Che DIO ci assista, anche per chi non ci crede.
Ing. Franco Puglia
21 gennaio 2025